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 Anno II n° 8 del 27/04/2006    -   IL MONDO - cronaca dei nostri tempi



E se sulle autostrade interessate dal traffico pendolare si facesse il ‘rodisio’?
Il Brasile ha molto da insegnarci su come gestire il traffico
Di Roberto Filippini Fantoni


Ormai avventurarsi sulla Milano-Bergamo è impresa più che ardua! Questa è sicuramente l’autostrada più intasata d’Italia a causa del traffico pendolare e quindi è un buon esempio che utilizzerò qui di seguito.

In questo periodo, alle difficoltà quotidiane tra le 6 e le 10 del mattino e tra le 4 e le 8 del pomeriggio, si aggiunge la chiusura totale notturna del sabato sera.
Che la Bergamo-Milano sia la autostrada più disastrata d’Italia lo sappiamo da un pezzo, ma che ogni giorno le difficoltà peggiorino forse ci pare ancora qualcosa di incredibile.

La quarta corsia non risolverà assolutamente nulla e se la si fa è solo perché il progetto della grande arteria transeuropea, che tanti problemi ci ha già dato con il Frejus, sembra un impegno a cui non ci possiamo sottrarre con facilità. Sull’utilità sul traffico locale, che questa grande arteria ferroviaria europea porterebbe al nostro paese, c’è tutto da discutere e il mio parere personale, che vale per quello che vale, è che ci porterebbe pochi vantaggi e tanti problemi. Ma non è di questo che volevo parlare...

Nei miei numerosi viaggi brasiliani che da ben ventidue anni mi devo sorbire (ultimamente sono cinque all’anno) per il mio lavoro, molto spesso faccio comparazioni tra il paese giallo-verde e quello del bel tricolore.
Parlando di traffico, non possiamo certo dire che quelli di Rio de Janeiro o di San Paolo siano meno caotici. La differenza sta nella diversa accettazione delle regole.
Le targhe alterne, i giorni settimanali di blocco, gli orari proibiti alle auto non catalizzate, sono dei marchingegni che troppo spesso hanno dimostrato la loro inutilità a risolvere il problema delle micropolveri, che solo il buon Dio con una salutare pioggia può risolvere brillantemente. Servono più da immagine al Comune che le decide e che vuol dimostrare d’esserci, che capaci realmente a risolvere il problema.

Ma tutte queste restrizioni sortiscono sicuramente un effetto univoco e comune in tutta Italia e cioè quello di mettere in difficoltà quelli che l’auto la usano per lavoro con il risultato di un brontolamento comune.

Il mio parere è che si dovrebbero trovare, per il traffico soluzioni dolorose ma certe, stabili e univoche in tutto il paese. In questo modo l’utente potrebbe organizzarsi e risolvere in maniera il più indolore possibile il problema. Ve ne propongo una sperimentata con discreto successo in Brasile ed esattamente a San Paolo.

“Rodisio” in Brasile significa rotazione e lo si usa soprattutto quando s’intende parlare di churrasco di carne, una forma di ristorante in cui tu ti siedi e per un tempo indefinito ti continuano a portare carne alla brace di tutti i tipi, montata su spiedoni giganteschi e tutto allo stesso prezzo, che, nonostante l’attuale lento allineamento del costo di vita tra Brasile e Italia – dovuto al forte apprezzamento del Real – resta comunque molto basso (può scendere anche a 5 euro). È ovvio che se il rodisio di carne è ottima e apprezzabilissima cosa, quello di auto lo è un po’ meno ma, dopo un esperimento di alcuni mesi nel 1996, la cosa è diventata perpetua per salvare il traffico in una città di 18 milioni di abitanti e in cui ogni giorno entrano in circolazione oltre quattromila nuove automobili.

In cosa consiste questo “rodisio”?

Negli orari canonici di grande traffico, vale a dire dalle 7 alle 10 e dalle 16 alle 20, il lunedì non possono circolare le auto con targa che termina con 1 o 2, il martedì quelle con targa con finale 3 o 4 e così via fino al venerdì per quelle con targa 9 e 0.
Questo riduce il transito di un quinto che, pur non essendo un granché rende comunque più scorrevole la circolazione. Poi ci sono effetti consequenziali, psicologici e pratici. Dovendosi organizzare con colleghi o con mezzi pubblici – dove possibile – si scopre che la condivisione dei mezzi porta risparmi notevoli di carburante e quindi, visto che ci si può organizzare discretamente per il rodisio, anche quando il rodisio non riguarda la tua auto, la condivisione del mezzo in certi casi diventa un dato di fatto, con conseguente ulteriore riduzione del traffico.

Ci viene spontanea una considerazione su un problema che specialmente noi bergamaschi conosciamo molto bene, ma che è facilmente estendibile a tante aree che sono interessate da un traffico impossibile.

Non c’è infatti bisogno di arrivare alle mastodontiche dimensioni di San Paolo per avere problemi di traffico. Il traffico in città e la Milano-Bergamo, come tutte le altre grandi strade che portano alle aree metropolitane, sono un esempio che abbiamo quotidianamente sotto gli occhi!

Riusciamo ad essere peggiori anche del Brasile!

Vi assicuriamo infatti che nonostante tutto e anche prima del Rodisio il traffico per quanto caotico scivola via molto meglio sugli anelli di connessione che attraversano in varie direzioni San Paolo che non in centro a una cittadina o su quelle maledette autostrada con connessioni tangenziali nelle megalopoli italiane.
Sto pensando alle polemiche che sorgerebbero se sulla Milano-Bergamo si applicasse il rodisio! In Brasile invece nessuno protesta, anzi sono contenti perché il traffico un po’ è migliorato e ognuno si organizza per i giorni proibiti alla loro macchina uscendo prima e tornando più tardi o sfruttando passaggi. Siamo più incontentabili dei brasiliani? Probabilmente sì!

Un altro punto a favore della terra carioca riguarda il problema delle multe.
Noi siamo uno strano paese nel quale le leggi vengono fatte ma nessuno le rispetta. Rimanendo nell’esempio della circolazione, vi posso dire che San Paolo è piena zeppa di controlli radar e qualche tempo fa il comune di San Paolo ha incassato in un anno multe per 300 milioni di Euro!!!! Io stesso che non ho mai preso una multa per eccesso di velocità in Italia in 40 anni di patente, in Brasile ne ho già raccattate quattro: se vi dico per quali velocità vi verrà da sorridere. Andavo a 46, 48, 47 e 51 km/h in zone dove il limite è di 40 km/h. Di queste zone ce ne sono moltissime, anche su strade spaziose. È sufficiente che la strada passi davanti a una scuola e automaticamente c’è il limite di 40 e un radar che ti aspetta per una foto ricordo! I locali, che conoscono bene le posizione dei radar rallentano, ma i poveretti come me che a mala pene conoscono i luoghi molto spesso non fanno a tempo a rallentare, visto che 40 km/h è realmente una velocità difficile da tenere se non sei avvisato. Anche nelle superstrade e nelle autostrade dove il massimo è 120 km/h ci sono radar dappertutto e non si scappa!

Ovviamente anche lì si sono fatti furbi. Un tassista di origine giapponese, mi ha spiegato che in Giappone – dove era andato per visita parenti – ha trovato un apparecchio che avvisa in tempo della presenza di radar. Poi ci sono le organizzazioni legali che promettono con cartelli di pubblicità di farti togliere la multa (come facciano non l’ho ancora capito) e ci sono anche in giro vernici antifoto da spalmare sulla targa. Fatta la legge, trovato l’inganno!

Comunque una cosa è certa, in Brasile c’è più certezza della sanzione o della pena che in Italia! Facciamoci un esame di coscienza.


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